A VISION
Track List: 

01 - Gracias a la vida (Violeta Parra)
02 - Music is an isle (Lorena Fontana)
03 - Two Kites (Antonio Carlo Jobim)
04 - A Vision (Lorena Fontana)
05 - The Maestro (Cedar Walton)
06 - Cinderella (Lorena Fontana)
07 - What I'm worth (Lorena Fontana)
08 - The father and his child (Lorena Fontana)
09 - Estrada Branca (Antonio Carlo Jobim)
10 - Flor de Lis (Djavan)

Registrato da Dennis Moody a Los Angeles (CA)
presso Dennis Moody's Recording Studio Gennaio e Settembre 2012
Il saxofono di Mr Rosen's è stato registrato da Alex Bagnoli presso Alby Studio - Modena (Italy)
Mixaggi a cura di Claudio Morselli, Giordano Mazzi e Davide Barbi - Masterizzazione di Davide Barbi
Foto di copertina di Marta Petrucci - Disegno grafico di Andrea Minelli

Note di copertina

E’ con grande piacere che ho accettato di scrivere le parole che seguono per il nuovo disco di Lorena Fontana, non solo perché è musicista di grandi capacità, ma anche perché è modenese come lo era una cantante che ho molto amato, scomparsa ancor troppo giovane, per un terribile incidente automobilistico quando Lorena faceva i primi passi nel mondo della musica.

A Vision è il quinto disco che Lorena Fontana, compositrice, autrice e cantante di talento, ha registrato a suo nome. Ma questo, a differenza dei precedenti, lo ha realizzato negli Stati Uniti con musicisti di altrettanto talento, il pianista Mitchel Forman del quale si conoscono gli splendidi lavori discografici con Wayne Shorter, il contrabbassista Edwin Livingston, il batterista Ralph Humphrey e ill saxofonista Michael Rosen. Con questo nuovo lavoro la cantante modenese interpreta, con quella intensità drammatica che le conosciamo, dieci canzoni, cinque di sua composizione, due di A. C. Jobim, scelte con intelligenza nell’immenso repertorio del grande compositore brasiliano e altre tre rispettivamente di Djavan, Cedar Walton e Violeta Parra, la splendida “Gracias a la vida” che la cantante e compositrice cilena aveva lasciato alla posterità nel 1966 poco prima del suo suicidio. “The Maestro” di Walton è invece uno di quei temi composti quando il pianista faceva ancora parte dei Jazz Messengers di Art Blakey, ma fu inciso solo nel 1975 in una versione cantata. L’interpretazione di Lorena possiede quel fuoco che esige il brano, ma rattrista che Cedar non abbia potuto ascoltare l’esecuzione della cantante, perché se ne è andato poco tempo fa, il 19 agosto. Sono sicuro, conoscendolo, che ne sarebbe stato entusiasta. Se Lorena Fontana è una eccellente cantante, i suoi chorus scat in “The Maestro” e anche in altri brani sono perfetti, cosi come è perfetto il suo inglese, ciò che la rende insuperabile sono le sue doti di autrice. I suoi testi sono magnifici. Basterebbero questi pochi versi tradotti dall’inglese :
"Risvegliata dal canto di una chiamata interiore, sorseggio da una tazza ancora bollente di speranze versate sul pavimento mentre qui ogni nuvola è avvolta in carta d'argento (da A Vision)
per poter dire che Lorena Fontana, a cui auguro sempre maggiori successi, è una musicista tra le più intelligenti e sensibili, in grado di suscitare sempre grandi emozioni.

Adriano Mazzoletti

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